Ofelia (o ai morti d’amore)

Ecco del rosmarino; è per memoria.
Non ti scordare, amore;
e qui le viole, per i tuoi pensieri.
(Amleto, atto IV – scena V, William Shakespeare)

Piange questo cuore contemplando la drammatica scomparsa,
o dolce Ofelia, tu che sei distesa sulle acque eterne,
tu che intoni dolci melodie amare.

Perché, amore, hai donato l’ultimo soffio a tutto questo?

Hai portato con te tutto il dolore,
e ne hai avvelenato i laghi e i mari e gli oceani
pallida Ofelia, bianca come i gigli,
fantasma senza respiri.
Le ninfee, come puoi vedere, piangono intorno, delicate vedove,
ed i salici, che tanto gradirono la tua presenza, le carezze
sulla loro pelle, sono chini sui giovani seni.

Pallida Ofelia, bianca e tenera come la neve,
ti ha sciolto il calore della passione, l’Amore infingardo,
e per lui l’oscuro Oblio ha straziato il tuo sguardo azzurro!

E ora non hai più di che soffrire, fiore gettato via
che darai battito a nuove forme di vita,
alle nuove anime che, dentro il cuore,
i ricordi, i gesti, i sogni,
non potranno far altro che baciare quei polsi
racchiusi nei lunghi veli.

Una Risposta to “Ofelia (o ai morti d’amore)”

  1. Componimento inviato ad un concorso a tema sulla figura di Ofelia. E devo ammettere che è un personaggio che mi ha sempre particolarmente attratto…

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