Archive for the Poesie (Poems) Category

La Balalaika

Posted in Poesie (Poems) on ottobre 21, 2012 by Diego Bevilacqua

Lenta circola la voce della notte
nelle stanze sussurrate, e nelle strade,
per le vie buie, risuona brillante il verso di una balalaika.
Sale nel cielo danzando e penetra nelle sue profondità,
incontrando le anime defunte che volentieri si intrattengono
nei caffè, fumando sigarette, bevendo vino, vivendo l’amore.
E quella voce, la voce della balalaika,
da uno spiraglio di sotto la finestra sta entrando furtiva,
e poggia la fronte sui battiti lenti del mio petto.

Ti sto sognando in questo momento,
quanto vorrei che tu lo sappia!
E quanto desidererei poterti sfiorare!

Si estende per questo arabo porto l’intenso odore delle reti,
dei pesci e del sale secco sulle barche, sui remi,
sulla pelle abbronzata dei marinai.
L’olfatto si affina come quello d’un cane, riuscendo a fiutare
lungo i muri il sesso delle puttane e il furto di denaro,
mentre a un lato, poco distante, un orfano mangia la mela.
Ancora prosegue la melodia della balalaika,
le note che sanno di assenzio, l’oppio che rapido corre per le strade
come un sorcio tra le feritoie e le fogne, una cimice nei letti d’ospedale.

E finalmente riesco a vedere i tuoi occhi,
la pelle leggera come l’aria trascinarsi tra gli spiritati
e i maledetti, le vuote proiezioni di chi
nella Realtà muore ogni giorno tra i suoi adorati mattoni,
di chi ogni giorno s’affossa in perdenti convinzioni.
A pochi passi percepisco il fresco candore bianco-latte,
il tocco della tua mano, le labbra tenere, i rapidi respiri,
il seno vivo e ansimante su di me.
Ma interrompe il suo concerto la balalaika,
la pausa infinita.

Si è destata dal mio cuore, dal mio affannato respiro,
da mio petto, la balalaika; torna eclissandosi
nella notte buia, silenziosa, a nascondersi chissà dove.
E nelle stonature dei satiri, negli amplessi e nei riti di streghe,
scende sul mio porto la nebbia, dissolvendosi con essa.
L’addio amaro va a tutto questo dunque, agli uomini dalle lunghe barbe,
alle donne ornate dell’odore del sesso, al profumo delle droghe e
al gusto dei liquori.
Alle barche, al mare.
Tu mi saluti per ultimo, angelo mio, mio destino,
mia dipendenza, mia allucinazione,
lasciando solo il vago ricordo delle tue bianche spiagge.
E un addio amaro va infine a te,
allo scordato strumento che sei, dolce Balalaika.

Preghiera al Creatore

Posted in Poesie (Poems) on ottobre 19, 2012 by Diego Bevilacqua

Risplenderemo di luce propria,
e saremo eternamente belli
nell’infinito cielo blu.

Non posso, e il sol pensier mi rattrista,
lasciar annegare la Vita cullata tra le tue braccia.
È combattere, è soffrire.
È vivere e abbracciarsi.
È sostenersi in un mondo tenebroso.

Amara come i limoni,
si rivelerà fresca e impetuosa, raggiante,
la raison d’être della realtà.
E laggiù, Angelo di Dio,
c’è qualcuno che m’aspetta,
qualcuno che piange per me.

Il momento di dirci addio è giunto,
emissario del Creatore,
sopra queste terre, le decadenti città,
qui ai confini dei cieli, addio!
Ché laggiù, tra le macerie del muscolo pulsante,
la mia creatura celeste sta ad aspettare.

E non prenderla come un’offesa,
poiché più grande l’avrei fatta al mio spirito,
se alla mortalità dei suoi seni
avessi scelto l’immortalità, le bellezze,
del Paradiso.

Ofelia (o ai morti d’amore)

Posted in Poesie (Poems) on ottobre 17, 2012 by Diego Bevilacqua

Ecco del rosmarino; è per memoria.
Non ti scordare, amore;
e qui le viole, per i tuoi pensieri.
(Amleto, atto IV – scena V, William Shakespeare)

Piange questo cuore contemplando la drammatica scomparsa,
o dolce Ofelia, tu che sei distesa sulle acque eterne,
tu che intoni dolci melodie amare.

Perché, amore, hai donato l’ultimo soffio a tutto questo?

Hai portato con te tutto il dolore,
e ne hai avvelenato i laghi e i mari e gli oceani
pallida Ofelia, bianca come i gigli,
fantasma senza respiri.
Le ninfee, come puoi vedere, piangono intorno, delicate vedove,
ed i salici, che tanto gradirono la tua presenza, le carezze
sulla loro pelle, sono chini sui giovani seni.

Pallida Ofelia, bianca e tenera come la neve,
ti ha sciolto il calore della passione, l’Amore infingardo,
e per lui l’oscuro Oblio ha straziato il tuo sguardo azzurro!

E ora non hai più di che soffrire, fiore gettato via
che darai battito a nuove forme di vita,
alle nuove anime che, dentro il cuore,
i ricordi, i gesti, i sogni,
non potranno far altro che baciare quei polsi
racchiusi nei lunghi veli.