L’uomo che costruiva anime

Posted in Racconti on ottobre 16, 2012 by Diego Bevilacqua

Sarò breve nel raccontare come ebbe inizio la mia discesa negli Inferi, lungo quella strada dove si riesce ad intravedere il nero abisso. Ero un tipo molto in gamba, sul serio! E costruivo automi per un’industria di mezzi serventi, roba per semplificare la vita dell’uomo. Ne facevo di tutti i tipi, dalla servitù ad automi simili a bambini. Persone defunte, delle volte, anche se erano i più costosi, anche se erano illegali. Li facevo quasi perfetti, ero molto bravo vi ripeto. E anche mia moglie la pensava allo stesso modo, la donna che ho conosciuto proprio in laboratorio. Ed è anche la più razionale, co-lei che mi ha insegnato cosa sia un crimine contro natura; o almeno cercò di spiegarmelo. Ed ora non vedo che spiriti intorno a me. Spiriti e pezzi meccanici, ahimè! E tutto per colpa tua, tutto per seguire te, amore mio! Quel tuo corpo massacrato dai proiettili dei Ribelli è tornato al mio fianco divenendo l’ingiusto mandante dell’abisso. Potevo sentire il ticchettio del cuore meccanico mentre il tuo braccio artificiale penetrava nel mio petto aprendosi un varco tra i polmoni, e accostando la bocca alla mia feci danzare le nostre lingue, strappandomela con un morso di passione. Caldo era il sangue che scendeva lungo le vesti e le gambe nude, tracciando rivoli sulle assi di legno del nostro nido, e lento il mio respiro sempre più affannoso e rarefatto quando, con ancora brandelli di lingua tra i denti di titanio, mi domandasti:
«Come hai fatto… come hai potuto… » scese lenta una lacrima dall’angolo dell’occhio, lungo la guancia di silicone e le labbra perfette. Mi veniva da sorridere mentre la morte si stava affacciando dalla tua spalla mostrandomi il volto.
Sì, ne ero in grado! E non te lo dissi mai… che con queste mani potevo costruire anime.

Qualcosa sul mio conto

Posted in A proposito di me on ottobre 15, 2012 by Diego Bevilacqua

Tra le tante cose che potrei raccontarvi, e delle quale preferirei volentieri evitare, preferisco soffermarmi sul fatto che il mio più grande desiderio è fare lo scrittore.
Di cosa? Direte voi…
Mah, un po’ di tutto… iniziai con le poesie ed ancora adoro scriverle, sebbene non se le fili più nessuno, ma scrivo anche romanzi, o almeno ci provo, sperando che in qualche modo riesca ad avere i risultati sperati.
Vorrei fortemente rianimare quella che può chiamarsi “coscienza sociale” e che tanto è assopita nelle teste degli italiani, presi tra programmi televisivi insulsi, libri insulsi che altro non sono che un mare di lettere sparate a caso e chi più ne ha più ne metta… ecco cosa manca, a mio modesto parere, oggi in Italia. Quello che da altre parti non manca…
Chi lo sa… staremo a vedere…